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I ragazzi di Argenta davanti al Tribunale |
sabato 21 maggio 2016
D'Argenta e d'Anti-mafia...
martedì 17 maggio 2016
Cose di Cosa Nostra (di Marcelle Padovani - Giovanni Falcone)
Fa un certo effetto leggere, a 24 anni di distanza dalla strage di Capaci, un libro come Cose di cosa nostra, di fatto scritto a quattro mani da Giovanni Falcone e da Marcelle Padovani; fa effetto perché nelle venti interviste rilasciate dal magistrato palermitano alla giornalista francese - e che hanno fatto nascere questo libro - c'è una disamina attenta e precisa di quello che la mafia è stata e soprattutto di quello che la mafia sarà negli anni a seguire. Parla di cose che conosce perfettamente, Falcone, testimone straordinario di una società - quella mafiosa - che ha visto e toccato; con la quale ha dialogato, attraverso i confronti con mafiosi che hanno deciso di collaborare con la giustizia, affidando la propria vita nelle mani di quel giudice di cui avevano deciso di fidarsi. Traspare, dalle parole infilate come perle in una preziosa collana dalla cronista transalpina, un rapporto quasi "socratico" tra l'investigatore e l'oggetto delle sue indagini; tra Falcone che sapeva perfettamente che su Cosa Nostra ci sarebbero state sempre cose nuove da scoprire, e una realtà criminale che si evolve in un perenne sviluppo.
domenica 15 maggio 2016
Dall'ombra della saracca all'ombra della 'ndrangheta
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Una cartolina degli anni Venti |
sabato 14 maggio 2016
Benzine: di Gino Pitaro
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sabato 7 maggio 2016
Protezione (anti-mafia) civile
Nell'Italia dei campanili, l'Anti-mafia dovrebbe essere come la Protezione civile; dovrebbe "lavorare" come la realtà che si occupa di difendere la cittadinanza inerme da catastrofi - sia naturali che causate dall'uomo -; con il duplice scopo di prevenire i disastri, ma anche di soccorrere le popolazioni colpite dai disastri stessi.
Le componenti della Protezione civile sono sia "pubbliche" (Vigili del fuoco, apparati regionali e comunali, ministeri competenti a vario titolo), che "private" (associazioni di volontariato e altre realtà di 'imprenditoria sociale'). Per l'Anti-mafia, la situazione non è molto diversa; nel "pubblico" possiamo inserire la Magistratura, la Direzione Nazionale Antimafia, le varie
Le componenti della Protezione civile sono sia "pubbliche" (Vigili del fuoco, apparati regionali e comunali, ministeri competenti a vario titolo), che "private" (associazioni di volontariato e altre realtà di 'imprenditoria sociale'). Per l'Anti-mafia, la situazione non è molto diversa; nel "pubblico" possiamo inserire la Magistratura, la Direzione Nazionale Antimafia, le varie
mercoledì 4 maggio 2016
La mafia non ha vinto - il labirinto della trattativa (di G. Fiandaca e S. Lupo)
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lunedì 25 aprile 2016
Il Re è morto: Lunga vita al Re!
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Scritte "politiche" sul municipio |
"Le roi est mort, vive le roi!" Dicevano più o meno così i francesi per annunciare la morte del Re; ne comunicavano la morte e - nel contempo - gli auguravano lunga vita. Non è un ossimoro, ma un modo (d'etichetta) di fare che è diventato modo di dire. In pratica, se anche muore un Re, la monarchia è immortale. La speranza è che a Brescello non succeda così; se un "Re" è stato deposto a causa di "...accertate forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata..." come recita il comunicato del Governo, dovrebbe crollare anche il sistema che ha determinato il "Regno" del monarca decaduto. E invece, alla domanda di un giornalista che gli chiedeva conto dello scioglimento per mafia del paese, un brescellese ha risposto: "Una stronzata!"; ma non è un caso isolato. In molti in piazza Matteotti, a Brescello, rispondono così. Perché?
giovedì 21 aprile 2016
La mafia spiegata ai miei figli (e anche ai figli degli altri): di Silvana La Spina
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domenica 17 aprile 2016
L'unità (mafiosa) d'Italia
La criminalità organizzata, la
'ndrangheta in particolare, ha una caratteristica che dovrebbe
farci riflettere: trasformare un problema in una risorsa. É questo,
a voler ben vedere, quello che abbiamo potuto osservare negli anni
passati; sia negli anni Cinquanta/Sessanta che nella successiva fase
di immigrazione dei decenni Ottanta/Novanta.
Se cerchiamo nei cassetti della memoria
le immagini dei flussi migratori Sud/Nord più antichi, ci verranno
in mente le immagini in bianco e nero del Neorealismo italiano:
le valige di cartone, i cartelli Non si affitta ai meridionali,
i treni Espresso e Accellerato – tanto cari a Nanni
Loi – che portavano 'orde' di Terroni a casa dei
Polentoni, le baraccopoli intorno alle grandi città del Nord
in fase di industrializzazione, i Totò & Peppino
di "noio... volevam... volevàn savoir... l'indiriss... ja?",
le pellicole alla Ladri di biciclette, i libri come Totò
il buono del luzzarese
Cesare Zavattini divenuto poi un film dal titolo inequivocabile:
Miracolo a Milano.
giovedì 14 aprile 2016
Processo alla 'Ndrangheta (di Enzo Ciconte)
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venerdì 8 aprile 2016
"...la mafia è una montagna di merda..."
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Peppino Impastato |
Marco
Tullio Giordana e
Claudio Fava,
nello scrivere la sceneggiatura del film “Cento
Passi” non usano
mezzi termini; e fanno dire a Luigi
Lo Cascio, che veste i
panni di Peppino
Impastato, una frase
che rappresenta una pietra miliare della lotta alla mafia: «...io
voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda...».
E
proprio Claudio Fava, nella sua qualità di vice-presidente
della Commissione Parlamentare Antimafia, ha preso posizione contro
l'intervista al figlio di Totò Riina realizzata a “Porta
a Porta” da Bruno Vespa:
«...di
fronte alla scomunica dei collaboratori di giustizia, il silenzio
imbarazzato del conduttore di quell'intervista è la cosa grave; non
il fatto che si intervistasse il figlio di Riina...».
Un'intervista, quella di Vespa a Riina Jr., che ha mandato su tutte
le furie mezza Italia: l'altra metà del Belpaese avrebbe, invece,
acquistato il libro.
giovedì 7 aprile 2016
Le fondamenta della città (di Giuseppe Gennari)
Come il nord Italia ha aperto le porte alla 'ndrangheta.
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«...gli anticorpi sono molto più "vivaci" al Sud che al Nord. Gli anticorpi sono quelle cose che servono per identificare un corpo estraneo e far scattare gli allarmi.../...qui [al Nord, ndr] abbiamo politici che chiedono voti e favori a esponenti di noti clan calabresi e che poi vengono a dire di averlo fatto magari per ingenuità, ma in perfetta buona fede...», parole di Giuseppe Gennari, giudice per le indagini preliminari al Palazzo di Giustizia di Milano; Gennari, da oltre un decennio di occupa di 'ndrangheta all'ombra della madunina. Già nelle carte dell'Operazione Infinito, resa famosa dal filmato di un summit di 'ndrangheta a Paderno Dugnano, in una sala del Circolo "Falcone e Borsellino", appariva il suo nome. Con Le fondamenta della città, il giudice-scrittore traccia un quadro spaventoso del fenomeno della criminalità organizzata calabrese in terra di Lombardia: e sfata tanti, troppi luoghi comuni che - ironia della sorte - finiscono per fare il gioco più della mafia che dell'anti-mafia. Un libro che aiuta a comprendere la colonizzazione della 'ndrangheta fuori dalla Calabria.
sabato 2 aprile 2016
La mafia sarà vinta da un esercito di maestre elementari...
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Gesualdo Bufalino, nel 1943 |
Il Maestro Gesualdo Bufalino diceva che
«...la mafia sarà vinta da un esercito di maestre
elementari...»; e oggi più che mai possiamo comprendere il
significato delle parole dell'insegnante, dello scrittore e del
giornalista: in una parola, dell'educatore. Oggi quelle parole
risuonano come un monito in Emilia Romagna, bollata come “terra di
mafia” dalla Direzione Nazionale Antimafia.
Ma cosa significano, nella terra dei Cervi,
le parole di uno scrittore siciliano? C'entrano più che mai, perché
Bufalino – dopo l'8 settembre – venne ricoverato in ospedale a
Scandiano, per curare la tisi contratta in Friuli, durante la
guerra; nella città dei Boiardo venne seguito da un medico che,
compresa la cultura del giovane “sbandato”, gli mise a
disposizione un'imponente biblioteca. Tra i libri scandianesi, il
futuro professore ritrovò l'amore per lo studio che la chiamata alle
armi aveva raffreddato; e dopo due anni di ricovero a Scandiano,
Bufalino tornò in Sicilia, dove alcuni anni dopo si laureò.
mercoledì 30 marzo 2016
Operazione Aemilia (di Sabrina Pignedoli)
Come una cosca di 'ndrangheta si è insediata al nord.
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sabato 26 marzo 2016
Risorgi Aemilia?
Il processo Aemilia ha preso il via lo scorso mercoledì nell'aula "bunkerizzata" del tribunale di Reggio Emilia. Ci sono alla sbarra 147 imputati, con 37 accuse di "associazione a delinquere di stampo mafioso", mentre una settantina hanno scelto riti diversi: e per loro, tra poche settimane, dovrebbe arrivare la sentenza di primo grado. I testimoni si contano a centinaia.
A Reggio Emilia il maxi-processo in salsa emiliana ha preso il via il 23 marzo, in piena Settimana Santa, a pochi giorni dalla Pasqua. Un caso, chiaramente, ma un caso "centrato"; perché in tanti - praticamente tutti i cittadini onesti dell'Emilia e dei territori interessati dal procedimento penale - sperano che il processo Aemilia celebrato a Reggio rappresenti una vera e propria Pasqua "civile": una Risurrezione delle coscienze.
A Reggio Emilia il maxi-processo in salsa emiliana ha preso il via il 23 marzo, in piena Settimana Santa, a pochi giorni dalla Pasqua. Un caso, chiaramente, ma un caso "centrato"; perché in tanti - praticamente tutti i cittadini onesti dell'Emilia e dei territori interessati dal procedimento penale - sperano che il processo Aemilia celebrato a Reggio rappresenti una vera e propria Pasqua "civile": una Risurrezione delle coscienze.
mercoledì 23 marzo 2016
Mentre l'orchestrina suonava "Gelosia" (di Antonio Roccuzzo)
Un'autobiografia (di gruppo) che mette al centro un maestro del giornalismo italiano: Giuseppe "Pippo" Fava.
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venerdì 18 marzo 2016
Comuni Tutorati e non sciolti per mafia: e i "vecchi" segretari comunali?
Il ministro degli Interni Angelino Alfano ha avanzato una proposta nel corso di un'audizione davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia: "...si fa strada da tempo l'idea che, in sostituzione di sanzioni afflittive, si possano
proficuamente applicare misure di carattere terapeutico, chiamiamole
così, che non comportino l'interruzione delle attività da parte degli
organi ordinari, né il loro allontanamento definitivo, ma il loro
affiancamento con un intervento mirato di commissari ad acta e tutor...". In pratica: se, dopo il lavoro delle "Commissioni d'accesso" nominate dal prefetto e autorizzate dal Viminale, abbiamo gli elementi per sostenere che esista il pericolo di un condizionamento da parte della criminalità
sabato 12 marzo 2016
E il futuro?
Da poco più di un anno a questa parte si fa un gran parlare di criminalità organizzata, lungo la Via Aemilia; da Modena a Piacenza, passando in maniera rilevante per Reggio Emilia e provincia - con importanti approdi nella rivierasca Brescello - e qualche sconfinamento verso Mantova e nel cremonese, senza dimenticare il Veneto; nella Verona di Tosi. La 'ndrangheta e la mentalità mafiosa hanno contaminato la politica
martedì 2 febbraio 2016
L'Auschwitz della povertà
Non sono in autobus, ma sto camminando a piedi, per andare in deposito. E camminando mi guardo intorno, con un’attenzione che forse è più alta del normale: non riesco a spiegarmi il perché, ma sicuramente è così, deve essere così. Diversamente, non capisco come mai certe cose le veda solo io.
O forse non è così; quello che vedo lo vedono tutti, perché è sotto agli occhi di tutti. Ma non riesco ad accettare come normale qualcosa che, secondo me, normale non è. Cos’ho visto di così strano? Un
O forse non è così; quello che vedo lo vedono tutti, perché è sotto agli occhi di tutti. Ma non riesco ad accettare come normale qualcosa che, secondo me, normale non è. Cos’ho visto di così strano? Un
sabato 16 gennaio 2016
Giornalisti contro le mafie
«È
quello lì Grande Aracri Francesco. Lui è uno molto composto,
educato; ha sempre vissuto a basso livello...».
Sono le parole che l'avvocato Marcello Coffrini, sindaco di
Brescello, il paese dove la famiglia Grande Aracri ha posto la
propria “sede operativa”, ha pronunciato davanti alle telecamere
di CortoCircuito, la WebTv di un gruppo di studenti reggiani con il
pallino della legalità. Marcello è il figlio di Ermes Coffrini, il
sindaco che nel 2002 “invitò” il responsabile del personale del
Comune di Brescello a prendere provvedimenti nei miei confronti: e
questi mi licenziò, nel tentativo di zittirmi, di far cessare la mia
collaborazione (autorizzata) con la Gazzetta di Reggio.
mercoledì 13 gennaio 2016
'ndrangheta e favori alla politica
«La
mafia non esiste…», è un’affermazione che abbiamo sentito decine,
centinaia di volte: politici, imprenditori, personalità della cosiddetta
‘società civile’ l’hanno sempre pronunciata per allontanare da sé il
sospetto di aver contatti con la mafia. Ma colpisce quando a formulare
questa affermazione è un politico che, invece, tutti sanno avere un
posto di rilievo in quel verminaio che è la zona grigia in cui si
incrociano interessi mafiosi e imprenditoriali e
politico-amministrativi. Potrebbe apparire una affermazione ipocrita, ma
se si analizzano bene le cose non è così; il politico è convinto di
quello che dice: «La mafia non esiste…».
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